lunedì 19 dicembre 2011

Giulio Tremonti


Non è un leghista, ma consiglio di ascoltare bene le parole di un ex ministro, Giulio Tremonti.

Buon ascolto

lunedì 5 dicembre 2011

La manovra



Prima di tutto qualche link a vari articoli di varie e variopinte testate giornalistiche.

Libero - Via le province
La Stampa - Manovra da 30 mld
Il Post - La manovra in 12 punti
Le Monde - Un nouveau plan d'austéritè
CNN- 30 billion budget plan

Ma serve un cambio strutturale di fondo, pescare tra un conto corrente e un altro non cambia la struttura economica del paese, qui c'è gente che lavora e produce ricchezza in contrapposizione con una serie di imboscati che oltre a non produrre arrecano danno.
Dipendenti statali comunisti, liberi professionisti immanicati, politici, membri di consigli direttivi, strutture parapolitiche, disoccupati cronici, disoccupati volontari, artisti mantenuti, figli mantenuti, lavoratori in nero, speculatori, falsi artisti volontariamente depressi, spendaccioni, giocatori d'assalto delle macchinette dei bar, immigrati ricongiunti, immigrati delinquenti, italiani delinquenti, baby pensionati, pensionati giusti ma che lavorano fino a 80 anni in nero, lobby degli ordini professionali, lobby dei sindacati inutili, lobby di chi sente il diritto che tutto gli sia dovuto, lobby di chi è ignorante e nessuno glielo dice, giovani che non imparano a far niente, adulti che non sanno far niente e quindi non possono insegnare niente, giovani che sballano sempre, giovani che nella loro vita si accontentano dell'iphone e di serate brave da descrivere alla perfezione su facebook, giovani che non sanno cos'è una soddisfazione, intellettuali idealisti, persone che non si fanno domande, persone che non danno mai risposte.
Questi sono i personaggi dai quali bisogna stare alla larga perché stanno continuando a far del male al nostro paese (e ai nostri portafoglio), come vedete non ci sono dentro gli artigiani, gli operai, i manager di successo, i giovani che si danno da fare e gli adulti che godono nel vedere i giovani crescere nel modo giusto.

Ma bisogna ammettere che non si possono estirpare, perciò il compito deve sarà un po' più facile: usare la tecnologia per demolire la burocrazia; usare la tecnologia per aumentare la comunicazione tra i cittadini; spiegare alla gente le tabelline e le regole matematiche di base, poi spiegare loro il rapporto che c'è tra le istituzioni, i cittadini e i soldi che circolano in uno stato; insegnare alla gente una lingua e accertarsi che tutti la imparino correttamente, possibilmente l'italiano; insegnare a tutte le persone che abitano qui che c'è un patrimonio fatto di storia e mattoni, il più vasto e importante del mondo, e che dobbiamo portargli rispetto; punire chi fa dei danni, far pulire chi sporca, non bisogna sentirsi prevenuti su chi ha già ucciso e non se ne preoccupa minimamente.
Mi fermo qui perché leggere sullo schermo è faticoso. Ma basta pensare che tutte queste soluzioni sono di controllo esclusivo, ahime, di uno o più soggetti fra quelli citati in precedenza. Lasciamo a Monti, che non ci ha nemmeno in nota, l'onore di trovare una soluzione.

Per adesso si limita a rubare nei salvadanai dove ancora c'è qualche soldo. Poi, come dice Maroni, valutiamo caso per caso, non siamo noi gli esperti di matematica.

giovedì 1 dicembre 2011

Un tranquillo weekend di paura

C'è da tenersi forte in questi giorni, il consiglio che bisogna dare più o meno velatamente è quello di divertirsi per bene perché da Lunedì sarà molto più complicato. Lunedì verrano varate le prime norme per far cassa.
Inoltre.
La Merkel pare sia intenzionata a ristampare un po' di marchi, la vecchia moneta tedesca (marco-euro 1:1).
Spread, interessi e altre cifre finanziarie stanno affossando il mercato europeo (e mondiale). Gli speculatori stanno facendo tabula rasa di accordi e rapporti che fino a ieri sembravano indistruttibili. Monti, che dice di conoscere i poteri forti, continua a dire che non servono lacrime e sangue ma solo qualche piccolo sacrificio (dal nord), però con questa filosofia i mercati non è che sono migliorati molto.

Quello che mi vien difficile capire è dove andremo a finire, viene il dubbio che nemmeno Monti lo sappia; nemmeno la Merkel, che ha voluto l'Euro per colonizzare l'Europa per poi pentirsene. Forse siamo schiavi dei mercati, anche se non abbiamo mai chiesto di diventarlo; forse più che schiavi del mercato siamo schiavi del nostro stile di vita superabbondante, della nostra (loro) cecità di fronte ad un Italia spaccata esattamente in due.
Parlare di secessione per molti è diventato un'utopia, perché obiettivamente non è il caso. Eppure se c'è bisogno di cilindri da cui tirar fuori idee noi siamo sicuramente più adatti dei nostri colleghi quadrati e crucchi. Però serve la volontà del nuovo governo di leggere questa situazione, non conta niente raschiare il fondo del barile se poi domani sarà ancora vuoto, ci vogliono cambiamenti epocali; sempre sacrifici sono, che almeno servano a qualcosa.

Quello che serve la Lega lo dice da tempo. Non lo ha fatto perché il 10% non ti consente di portare a casa molto. Berlusconi ha tremendamente ragione nel misurare il nostro potere. Però rimane il fatto che per essere competitiva l'Italia si deve ammodernare, invece con questi signori sembra di essere tornati indietro ai tempi degli aristocratici. Snobberanno tutto l'impegno che da decenni contraddistingue il Nord, faranno cassa e non si sforzeranno neanche di vedere cosa è possibile e doveroso fare.
Anche la Lega si deve ammodernare, speriamo che questo nostro passo indietro servi almeno per farne molti in avanti nel più breve tempo possibile.


venerdì 25 novembre 2011

Scantacojon



Scantacojon è un termine dialettale che si riferisce al rapporto che c'è tra un tipo poco sveglio e un evento che, teoricamente, dovrebbe "scantarlo" un pochettino di più. In campagna tirarsi le martellate sulle dita, lasciare le mani sotto dei bancali, scivolare da una scala bagnata. Tutte cose "scantacojon" che per bene o per forza insegnano qualcosa di nuovo, con conseguenze anche meno ironiche di quanto non suggerisca la parola.

La situazione che si sta creando in Italia sarà un classico esempio di questo termine. Riassumo e poi spiego: Monti è stato fortemente voluto dal Capo dello Stato, sior Napolitano, perché è venuta meno la fiducia da parte dei deputati nei confronti del governo Berlusconi. Formalmente il governo non è mai stato sfiduciato, nessuno se l'è sentita di mandare a casa l'unico premier che ha messo, nonstante tutto, i paletti per cominciare quella grande svolta che tutti si augurano ma che nessuno ha le palle di fare.
Il pareggio di bilancio, i primi decreti del Federalismo (è già, perché nessuno lo dice, ma quelli ci sono, il fatto che nessuno ne parla è perché sono stati mantenuti "soft" per non fare affondare il sud, chi è bravo si ricorda che fino a poco tempo fa tutti erano pro-federalismo, poi al momento del voto mica ce la mettevano la faccia), la questione Alitalia, la questione Fiat (perché un governicchio di cravattati sorridenti qualunque avrebbe sponsorizzato la Fiat ancora una volta pur di tenersi i voti Fiom), il rigore nei conti pubblici: nessun dipendente pubblico è stato licenziato in Italia, le opere pubbliche tipo Tav hanno comunque mantenuto il percorso stabilito nonostante le difficoltà. E tanto altro ancora… Certo che molto c'era da fare, e non è stato fatto ma non è vero che è tutto da buttare.

E poi c'è la situazione Europa: Francia e Germania hanno preso in mano l'europotere, nessuno si può opporre a loro, tranne l'Italia.
Questo è un passaggio che i più fini affermavano già da tempo ma che i meno fini, come me, ci mettono un po' di più a capire.
Il trio industriale Francia Germania Italia rappresenta un eccellenza senza pari nel mercato mondiale. E' molto difficile conciliare una potenza di fuoco (si fa per dire) così grande mantenendo un livello di benessere così alto. Gli stati ricchi non sono ricchi, di solito, perchè lavorano, ma perché estraggono i soldi da chissà quale buco. Gli Emirati Arabi dalla terra, i Cinesi dal sangue del suo miliardo e tre, gli Stati Uniti dalla definizione di "maneggioni del pianeta terra" che si sono creati dalle guerre in poi e dal monopolio informatico gestito da bravi fratelli insieme al Giappone. L'economia italiana è però molto diversa da quella dei suoi antagonisti: noi siamo italiani, capaci di scoperte impossibili ma persi in bicchieri d'acqua assurdi. Non è un caso che Francia e Germania ci odino così tanto. Noi siamo la parte più imprevedibile, e meno gestibile, di tutta l'Europa, nel bene e nel male; noi non sottostiamo a regole, per questo ci vogliono far fuori, e per questo non ci sono mai riusciti.

Hanno messo Monti perché lui conosce bene certi ambienti, ha le palle così per intenderci. Merkel e Sarkozy sanno che si muove come un europeo, non come un italiano, e quindi si adatterà. Adesso i nostri compagni esteri di viaggio elogiano questo governo, perché sanno benissimo che la forza italiana è necessaria per venirne fuori da questo brutto momento, altrimenti perché accordarsi con Napolitano per un Premier che a loro non piace, meglio un pragmatico Monti che un folletto Berlusconi.

Ma fanno i conti senza l'oste. Senza i due osti, per essere precisi.
Il primo, la politica tutta italiana. Dal foglietto di Letta alle belle figliole del parlamento, questa gente considera la politica imprenditoria pura: guadagno, guadagno e ancora guadagno. La politica italiana si muove così, tasse e tangenti in Italia sono solo due voci di bilancio con lo stesso peso. Purtroppo è così, la verità è che spesso e volentieri con la tangente arrivi dove le tasse non possono nemmeno addentrarsi: in Italia non esiste una ditta pienamente in regola, perché qui le regole esistono certo, ma sono pienamente interpretabili e sovrapponibili, lasciandone immaginare il risultato. Poi il fu Padoa-Schioppa mi dice che le tasse sono bellissime, tenetevi stretti perchè io sono d'accordo, ma per adesso equivalgono a tangenti. Tu paghi e poi fai. Io non ti chiedo dove prendi i soldi e tu non chiedermi dove li metto.
Secondo, l'italiano medio. L'italiano medio è una figura poco cosmopolita, una formica. Non è vero che il debito pubblico ce l'hanno in mano gli italiani, gli italiani ne hanno circa la metà, anzi un po' meno, circa il 45%. Sempre meglio ovviamente dei nostri concorrenti stranieri (sarebbe bello fare un analisi che riguardi questo argomento perché si scoprono strette di mano, e di palle, a volte veramente sorprendenti). Ma non è questa la forza dell'Italia, da anni si sente dire che l'italiano vive al di sopra delle proprie possibilità ma…. l'italiano è un gran risparmiatore. Queste due affermazioni non possono proprio essere vere entrambi, soprattutto se lette da gente quandrata come possono esserlo francesi e tedeschi. Eppure è la realtà. L'Italia è la patria del di più: moda, telefoni, macchine, vacanze, cibo, ecc ecc… Ma è anche la patria del mattone di proprietà (65-70%) e della scorticina in banca. In più, da tutto questo ne esce orgogliosa (soprattutto al nord) una classe di piccoli imprenditori che sbarcano il lunario anche se la logica matematica dell'economia mondiale direbbe il contrario. Gli artigiani, le piccole fabbriche, i commercianti, fanno tutti fatica adesso ma comunque sopravvivono. In barba alle cavolate e agli inciuci che i politici non si risparmiano.

Questa piccola divagazione dovrebbe inquadrare la potenza della cultura italica. Siamo messi come Francia e Germania, un po' peggio è vero, ma perché loro si sono alleati contro di noi. Il Monti è la prova, gli altri stati tifavano per Berlusconi perché sono stufi del duo delle meraviglie, e piano piano stanno saltando fuori. E' una battaglia politica, non economica. A chi andrà la vittoria di questa battaglia non è ancora dato di sapere. Chi fa l'Italia, chi lavora e che è concetrato tra le nebbie del po, sta venendo soffocato tra le teorie economiche straniere e la capitale. I numeri lo hanno dimostrato per anni e la risoluzione si fa sempre più vicina, non bisognerà attendere molto per vedere chi la spunta.

Tornando al titolo: Monti in tutto questo marasma con il quale si è costretti a fare i conti non riesce nemmeno a capire da che parte è girato. E' un duro si, ed è anche bravo. Ha ragione a dire che i poteri forti in Italia non ci sono, ma non vuol dire che non influiscano dal di fuori. Piano piano si sta accorgendo che il defunto governo così male non era, sarebbe stato più facile annunciare cambiamenti epocali se quelli possibili non fossero effettivamente già messi in atto. I fini direbbero che Monti deve raddrizzare la barra della nave, ma Monti si è già accorto che la barra difficilmente può essere drizzata più di così, sicuramente non da un governo tecnico sostenuto da partiti che fino a ieri erano cane e gatto. Il lavoro sporco è stato cominciato da chi c'era prima (Tremonti è stato fatto fuori per questo) e adesso chi glielo dice ai cugini quadrati? Scantacojon appunto.

Qui non c'è bisogno di tecnocrazie o cose simili, qui c'è bisogno che la ricchezza venga restituita a chi la produce, che le regole vengano fatte sulla base del livello di benessere più avanzato e che vengano fatte rispettare, c'è bisogno di proteggere e di evolvere questo nostro essere italici perché rimane comunque la nostra prima virtù oltre che il nostro primo difetto.
Non mi stupiscono le misure annunciate da Monti perché la maggior parte era già in atto, mi stupirò quando in Italia verranno più turisti, quando smetteranno di costruire case e quando tutti gli italiani avranno conoscenza "parlata e scritta" della nostra lingua.

Personalmente
Paolo

lunedì 14 novembre 2011

NOI SIAMO LA LEGANORD



La Lega rimarrà l'unica opposizione in parlamento.
La Leganord continua, dopo vent'anni, nell'intento di salvaguardare il Nord, le sue imprese, la sua gente. Dopo la crisi che sta colpendo il mondo intero tutti i partitucoli più o meno democristiani si piegano a quello che è il volere di banche e finanzieri. E' grazie, o meglio a causa, di queste flessioni, di queste debolezze che il Nord Italia, da potenza economica mondiale (leggersi qualche numero su qualche rivista economica a caso) viene adesso considerata il capro espiatorio di tutti i mali europei.
Da quando Monti ha ricevuto l'incarico da Napolitano tutti esultano, personalmente mi chiedo cosa ci sia da esultare se il Presidente della Repubblica non vede una classe dirigente in grado di gestire il nostro paese? Cosa c'è da esultare se la politica ha dimostrato di essere analfabeta e per questo viene commisariata da una persona che di politico ha ben poco? Cosa c'è da esultare se una serie di personaggi sono in politica da 20 anni e non sono riusciti a portare un minimo passo avanti per l'Italia che tanto si sono impegnati a elogiare e festeggiare?

Ci sono personaggi giovani in gamba, c'è Tosi, c'è Renzi, ce ne sono centinaia che hanno una voglia di matta di dimostrare cosa può fare l'Italia. Eppure i vecchi politicanti esultano perché grazie ad un governo tecnico viene data loro la possibilità di tirare avanti un altro po'.
Inoltre.. Tornerà l'Ici, torneranno tasse e accise per ripianare i debiti strutturali, che non si ripianano con le tasse ma modificando la struttura economica, questo Monti dovrebbe saperlo, o almeno speriamo. Le pensioni verranno toccate, non è tanto per gli anni in più di lavoro, ma per il fatto che l'80% dei soldi risparmiati circa, saranno presi dal Nord, ancora una volta dal Nord.

Insieme a Berlusconi la Lega è riuscita a partire col federalismo, nonostante tutto quello che si dice sulla carta stampata e nonostante, e qui devo dirlo, l'incapacità della Lega di comunicare in modo tecnico e inequivocabile. Calderoli è quasi riuscito nell'intento di metter tutti d'accordo, convincendo ogni ente, e ogni italiano, che è il federalismo lo strumento con il quale l'Italia può fare davvero un passo avanti. Ora molti dei passi fatti potranno venire cancellati in men che non si dica con decreti o leggi fatte appositamente.
 Grazie a Maroni si è stabilito il record di arresti e di recuperi di denaro nei confronti delle organizzazioni mafiose. Si sono stabiliti accordi per gestire l'immigrazione clandestina, si è protetto il Made in Italy, di tutta l'Italia e non solo del Nord. E tanto altro ancora.

Certamente si poteva e si doveva fare di più. C'è chi dice che l'Italia è rimasta ferma durante la crisi: un po' è vero, ma in Italia non è stato licenziato un dipendente pubblico, non sono stati fatti mancare soldi e sostegno a nessuno, si è proceduto con infrastrutture importanti e si è fissato l'obiettivo del pareggio di bilancio.
Perché non chiedere a francesi e tedeschi, e alle loro banche quanto hanno fatto negli ultimi due anni? Loro mica ce l'hanno un sud africano e una casta politica straviziata, strapagata e soprattutto stranumerosa.

Ora è il momento di cominciare da capo. La Lega dopo 20 anni di gavetta si deve alzare in piedi, senza guardare troppo agli acciacchi e alle ferite, e continuare nel cammino che l'ha portata fin qui. Dalla sua c'è un progetto, c'è un'idea che si è rivelata giusta e alla quale, chi non aveva e non ha tutt'ora idee si è accodato. C'è bisogno di rinnovamento e c'è bisogno di tirar fuori i coglioni. L'italia non è fatta solo di furboni e di strafottenti, è fatta anche di gente che lavora e progredisce e che tutto il mondo ci invidia. Gente del Nord.

Paolo Borlenghi

lunedì 24 ottobre 2011

BLEC BLOC





Ma con cosa mangiano questi scarti se son tutto il giorno, 365 giorni all'anno, a far casini in giro per l'Italia.
Un indizio però lo diamo: centri sociali sono solo una parte, li si recluta la carne da macello. Gente che non ha niente da perdere, e nemmeno l'ambizione di guadagnare qualcosa; gente che è passata da qualche serata di sballo a dare la copa a tutto il mondo se l'extasi o qualche altra "chimica" gli ha bruciato il cervello e adesso si deve concentrare anche per scrivere il proprio nome.

Ma i bléc bloc non sono solo questo, c'è gente laureata, c'è gente precaria e c'è gente che non è niente ma che fa bella vita grazie a soldi non suoi. In giro per la rete ci sono molte interviste, anche di giornali autorevoli, che danno importanza a questo movimento.
Sentire uno che dice che si è preparato per mesi in Grecia, che è precario e che la guerra che sta combattendo non è sua ma l'hanno voluta gli altri, fa sorridere. Fa un po' meno sorridere quando dice che loro non si sono nascosti più di tanto, che tutti sapevano e sanno tutt'ora.
Inoltre, ti trovi commenti di poliziotti che non vogliono rischiare come a Genova.

I politici forse non lo sanno, ma il popolo, la massa, vede un branco di coglioni che devasta città in barba a un gruppo di poliziotti che non fa niente. C'è chi ha perso la macchina e c'è chi si deve comprare una vetrina nuova, e nessuna autorità che dice che la gente ha diritto a vivere tranquilla, costi quel che costi, tutti pronti a slogan e frasi fatte, nessuno che con parole sue dice come la pensa la gente comune.

Per fortuna la gente comune però una voce ce l'ha ancora: la gente dice che questi scarti bisogna fermarli, che non è normale che siano i carabinieri a prenderle, che bisogna legarli tutti e non mollarli più. E i politici quanto ci mettono a recepire?

Maroni ha detto BASTA, cambiamo le leggi e cominciamo a fare sul serio anche noi. E tutti a dargli addosso perché troppo cattivo. State attenti politicanti perché come diceva una volta Bossi: "la gente s'incazza" e manda voi in piazza con i manganelli a difendere le nostre vetrine e le nostre automobili.

Paolo

mercoledì 5 ottobre 2011

Wikipedia



 Wiki non aver paura dell'Italia.
"La legge che temi ti faccia chiudere i battenti difficilmente ti toccherà all'atto pratico; mi sono cercato un po' di materiale ufficiale. Sembrerebbe proprio che vogliono mettere il nastro adesivo sul web, ma sappiamo benissimo che ciò è praticamente impossibile.
Entrando nei particolari: il comma che citi tu dice che se un soggetto pubblica materiale su internet potrebbe subire le critiche di qualcuno che si sente leso da questo materiale, e fin qui nulla di strano, la legge nuova prevede però che a ogni "critica" corrisponda una rettifica, attuabile in 48 ore.
Tu Wiki dici che chiunque potrà criticare i tuoi contenuti di fatto distruggendo il tuo operato, ma non è così. Perché mancano le specifiche che determinano se la persona che si sente offesa abbia ragione o meno.
Scavalco i particolari e entro nel volgare: se tu scrivi che a me puzzano i piedi, io prima di tutto me ne devo accorgere, poi devo fare presente agli organi preposti che ciò mi provoca danno, poi qualcuno dovrà seguire un procedimento per stabilire se il fatto mi provoca davvero danno, in poche parole se il reato sussiste davvero. E' questa la parte che manca nel comma che dici tu: si da per scontato che se uno si viene a lamentare tu gli devi dare la caramella, ma comunque ci vuole un meccanismo che permette di capire se ha ragione a lamentarsi o meno, col risultato di rendere ogni controversia un'odissea sia per chi pubblica che per chi viene leso. E' molto meglio usare da subito il buon senso e la cognizione, per essere sicuri di non fare c...e e di non rovinare o farsi rovinare la vita.

Tutto questo giro di parole non deve impedirti di continuare nella tuà attività che ti ha portato a essere uno dei portali più trafficati del mondo. Questa legge è stata per avere un'arma in più contro certi blogger o certi internauti che sputtanano a destra e a manca, senza alcun ritegno e senza nessun controllo. Ma questo non è il tuo caso, sono consapevole che i tuoi contenuti sono perfettamente modificabili in base a quella che sono le notizie reali. Se poi qualche vecchia rock star si arrabbia perché scrivi che non fa più acuti come una volta, bè metti on line le registrazioni dei concerti più recenti e vedrai che non ci saranno problemi.

Per concludere: le leggi che regolamentano internet e i suoi derivati sono troppo "tradizionali" per riuscire a tener sotto controllo la rete, quindi non ti preoccupare che tu sei l'ultimo dei problemi degli apparati legislativi, nessuno proverà a metterti il cosidetto bavaglio".

Paolo

venerdì 23 settembre 2011

Lavori Obbligatori





Rom e Lavori "Socialmente Utili"

La notizia è che in Ungheria il governo sta mettendo in atto un idea per risolvere il problema del tandem disoccupazione-sussidi. In poche parole: chi riceve il sussidio perché disoccupato (sussidio esistente in tutta Europa) è tenuto, in alcuni casi e in alcune zone, a collabolare con gli enti statali (i nostri comuni e le nostre province, tanto per intenderci), fornendo manodopera a titolo gratuito.

Ovviamente in Italia, vuoi per per la celeberrima ignoranza cronica di alcuni, o per le radici spartite equamente tra chiesa e radical-chic, la cosa viene targata come: Razzismo, Nazzismo, Xenofobia, Romfobia.
Il particolare al quale si aggrapano i radi-cat-chic, è che l'esperimento è rivolto, per ora, ai soli appartenenti di un etnia Rom.
L'esperimento, già in atto da qualche mese (dopo la visita del premier cinese, dato non da sottovalutare) prendere il via in modo serio in ottobre e coinvolgerà circa trecentomila persone.

Va precisato che queste sono informazioni tratte qui e la dal web. Le leggi gli ungheresi se le fanno in ungherese, la traduzione on line non si trova quindi si rimane nel vago.
Passiamo al nocciolo della questione: "il lavoro forzato". Dico subito che chiamare lavori socialmente utili i lavori che si è obbligati a compiere per doveri, acquisiti o meno, è una buffonata. Ma non mi voglio soffermare sul lessico usato, il nocciolo della questione è che, a mio parere personale, l'obbligo di lavoro, in cambio di un sussidio o di un salario, non è una cosa né blasfema, né razzista.
C'è chi direbbe che non si può obbligare la gente a lavorare, ma se è scritto nella maggior parte delle costituzioni europee?? Non bisogna farsi ingannare dalle parole più o meno brutte; il lavoro è il motore che permette a uno stato di sopravvivere. In tempi come questi non credo che stati come l'Ungheria, non ricchi insomma, si possano permettere di pagare sussidi a destra e a manca senza ricevere nulla in cambio; il sussidio in sè è un lusso, una cosa in più che serve per non scompensare l'economia dello stato stesso, quando diventa una parte integrante del meccanismo lavorativo - vedi Grecia - i risultati sono poi tragici.

…continua


Paolo

giovedì 8 settembre 2011

Bar e Marocchini


Riporto la prima parte di un giornale online:
ALASSIO 6 SETTEMBRE - Un giovane fa ingresso in un bar: ha gli occhi neri, la pelle scura e oggi, la sua colpa è praticamente quella. Si trova di fronte un cartello che recita "Da oggi vietato l'ingresso ai marocchini".

La notizia che sta alla base di questo ormai la conoscono tutti: ad Alassio, Liguria, una giovane barista che lavora nel bar di sua madre, ha subito un tentato stupro completo di sfregio con bottiglia rotta, da parte di un marocchino, frequentatore del bar.

Per la legge dei grandi numeri purtroppo certi eventi a volte si ripetono ( lo stesso episodio si ripete spesso in tutta Italia, basta cercare su Google), la cosa che fa veramente - incazzare - è che comunque ci sono giornali, e quindi persone, che hanno coraggio di dar contro a chi subisce una tragedia del genere. Non facciamo i politicanti per un momento: la realtà è che una ragazza è stata marchiata per sempre da un personaggio, senza averne nessuna colpa. Un marchio che non viene via (ammettendo che le cicatrici riescano a toglierle).

Ma si vede che in Italia c'è chi non percepisce la realtà. Analfabeti tanto come quelli che non conoscono la nostra lingua e che non riescono a comunicare con gli altri.
A mio personale parere, vietare l'ingresso ad una persona, o a un gruppo di persone accomunati da una caratteristica personale, non rappresenta un fenomeno di razzismo se la causa è giusta, qui non parliamo di pelli colorate o di accenti strani, qui parliamo di percentuali sugli stupri, di percentuali sulle denunce per schiamazzi, di percentuali per furti o per rapine. Ma chi è analfabeta forse fa fatica anche con la matematica.

Vorrei chiedere ai titolari di quest'informazione "libera" come la chiamano loro: - Ma secondo voi come ci si deve comportare? Chiamiamo la polizia che arriva dopo mezz'ora? Oppure gentilmente chiediamo al marocchino ubriaco se può non dar fastidio? E se ci manda a quel paese diciamo grazie?

Bisogna sperare che il prossimo sfregio lo facciano sulla figlia di qualche "radical chic" o di qualche anarchico svogliato, almeno loro gradiscono.
La civiltà non è una cosa che cade dal cielo, ci vogliono millenni per capire cos'è e nonostante tutto questo tempo non tutti ancora hanno imparato.

Paolo

domenica 7 agosto 2011

FERRAGOSTO



La febbre del ferragosto, o meglio delle ferie, si propaga anche in politica.
S&P ha tagliato il rating degli Stati Uniti d'America. Berlusconi annuncia nuove e imminenti manovre per mettere a posto il salvadanaio italiano, l'opposizione fa niente di meno di quello che può fare, cioè andare sui giornali; e tante altre cose.

Intanto però, e questo è quello che i giornali non dicono perché semplicemente "non vende", l'ultimo decreto del federalismo è stato approvato, le proposte per semplificare la carcassa politica (in termini informatici semplificare equivale a: - snellire, velocizzare, migliorare, rendere più agevole, rendere più omogeneo, rendere più funzionale, solidificare ecc ecc..) sono state depositate.

Senza dilungare troppo su quelli che sono gli aspetti specifici di quello che è successo negli ultimi mesi, a mio personale parere è emersa una caratteristica, o meglio un fondamento, di uno degli argini dentro il quale il popolo italico deve stare: LA POLITICA.
Ultimamente si è parlato molto di taglio dei costi, di efficienza, di cambiamenti, eppure in pochissimi sono venuti al sodo citando direttamente quella che è l'essenza della politica la democrazia.
Alcuni "dogmi" dai quali non si può democraticamente sgarrare se non con un colpo di stato:
- Partiti e parlamento: i parlamentari vengono eletti con un elezione, in democrazia gli onorevoli sono messi a sedere nelle varie camere perché gli italiani, senza esserne costretti ma secondo la loro volontà, li hanno messi li. Ci sono mille parlamentari e le leggi vengono realizzate se il 50% più uno degli onorevoli vota a favore. Il fatto che un partito sia al governo, sia alleato o qualsiasi altra cosa non significa che chi fa parte di questo partito possa decidere per 60 milioni di italiani. Potrà dire la sua ma solo in base alla quota di persone che l'hanno sostenuto.
- Costituzione: questa è più semplice. Per cambiare il numero dei parlamentari, che è disciplinato dalla costituzione, servono i due terzi del parlamento. La Leganord - per l'Indipendenza della Padania - rappresenta quasi il 15%. Un sesto, la metà di un terzo. A dire il vero anche personaggi di altri partiti stanno guardando a questa piccola rivoluzione ma siamo ancora molto lontani dai famigerati due terzi.
- Economia: i milioncini che si risparmierebbero dai costi politici sono nulla rispetto ai soldi che servono all'Italia per galleggiare. Naturalmente dare "un tirone di cinghia" non farebbe male ma non bisogna pensare che qualche piccolo soldo sia la causa della disfatta iltalica. Semmai politiche insensate e spese folli sono la causa di questa situazione. La Lega, e i leghisti, non battono ciglio di fronte all'evenienza di un abbassamento di stipendio, stessa cosa non so se si può dire per il restante 85%.
E' inutile addossare tutte le colpe al Bunga Bunga. L'Italia ogni anno esporta una quantità biblica di beni, se l'estero arranca l'italiano no è che ci può fare molto. La squadra di governo (Tremonti, Sacconi, Calderoli, Maroni, ecc ecc) non ha niente da invidiare ai corrispettivi europei, anzi.... Eppure tutti a dar addosso al governo.
Per chi non lo capisse la situazione, le possibilità di manovra, di un governo sono riassumibili in poche righe: nel mondo esiste un gruppo di persone che comprano e vendono quote di aziende a loro piacimento (borsa), queste persone hanno, volutamente o meno, innescato un meccanismo che permette di calcolare quanto un'azienda è efficace (rating) secondo il loro punto di vista (agenzie di rating). Questa "indicazione" viene seguita da mezzo mondo - se uno investe miliardi in un'azienda mica lo farà per perderci no? - il contro di questo sistema è che la maggiorparte dei risparmiatori non è in grado di comprendere e "scomporre" il perché di una certa indicazione, semplicemente ci si fida, a volte si vince e a volte ci si lasciano anche le mutande.
- Se io avessi soldi investiti in varie aziende, e ci fosse la possibilità di abbassare o alzare il prezzo di queste aziende a mio piacimento, per vendere o comprare di più, chi mi vieta di farlo? Alzare o abbassare il rating di un'azienda permette di alzarne o abbassarne il valore in base ai movimenti che si vogliono fare.
Rapportata ad uno stato questo sistema agisce su tutte le risorse economiche di quello stato. Non importa se si è uno degli stati con il maggior livello di benessere assoluto (non relativo al soldo), che conta in queste cose è il soldo, così troviamo ottime aziende che grazie a un rating basso dello stato di appartenenza sono costrette a fare dei versi da gatti per galleggiare; al contrario paesi (uno a caso CINA), dove c'è la Schiavitù, sono considerati paesi doc dove tutto è rose, fiori, ... e mazzate.
Uno stato come l'Italia certamente non è un gioiello (al sud i bilanci sono "orali" !!??), ma giocare con il rating, per noi che esportiamo praticamente tutto, può rappresentare un mazzata enorme. Se l'Italia perde, per colpa delle speculazioni, cosa possono fare Bossi e Berlusconi? Più che salvaguardare i conti, più che cercare di raddrizzare pian piano un sistema mafioso voluto dalla Costituzione, più che chiedere alle aziende di non mollare, più che cercare di non lasciare indietro nessuno (cassa integrazione, agevolazioni, aiuti, ... ). Le riforma si possono si fare, ma la gente comune, quella che critica e vota, non si rende conto di cosa siano le riforme. Si prova a mettere un ticket di 25 Euro per ogni marocchino che si presenta al pronto soccorso con una puntura di zanzara e tutti hanno alzato gli scudi, si prova a riformare l'università che in Italia sforna solo segretarie e magazzinieri e tre deficienti (con la cravatta) salgono sui tetti per protestare, si prova a risanare la cultura, quella che fa film MAI TRASMESSI con i nostri soldi, e tutti gridano allo stato militare.
Ma visto che tutti si riempono la bocca della parola riforma.. Voi sapete cos'è una riforma??






continua...

Paolo

domenica 24 luglio 2011

venerdì 15 luglio 2011

MANOVRA E PRIVILEGI


Partiamo da un articolo letto sulla rassegna stampa del governo. Il ministro Rotondi afferma che la gente detesta "il politico", e al politico non rimane che fregarsene e monetizzare: "se vogliamo stare in sella dobbiamo coccolare i parlamentari….".
Ma come? L'Italia diventa un Pigs agli occhi di tutto il mondo e l'unica cosa che esce dalla bocca di un ministro è che bisogna dare il contentino a chi siede in Parlamento??

Ma no, Rotondi è un DC e parla così perché gli è stato insegnato così..
Poi oggi sempre su Libero ti trovi che la manovra fa fulmini e saette e non taglia gli stipendi agli onorevoli, e spiega anche come (anche se a dire il vero per chi fa l'imbianchino o il magazziniere è come al solito difficile da comprendere).

C'è anche chi giustifica questa mossa, uno dice che il parlamento ha una sua dignità e che bisogna mantenerla; un altro dice che per fare bene il lavoro di senatore bisogna essere giustamente remunerati.

Ma a quelli che credono ancora nei propri ideali politici, chi si mette il braccialetto dell'orgoglio padano, chi usa il proprio tempo libero per cercare di portare avanti quelli che sono gli ideali del federalismo, noi che facciamo la tessera, che appoggiamo tutto questo, cosa gli raccontiamo?

In questo momento il dubbio sta assalendo la maggior parte delle persone che hanno un occhio sulla politica nella speranza di riuscire a cambiare strada; chi fa politica di mestiere e tenuto a rispondere ad una domanda.
Cosa rispondiamo a chi sostiene pubblicamente la Lega quando ci chiede perché siamo d'accordo - abbiamo votato si - sul mantenere così alti gli stipendi di chi fa il parlamentare? La Lega non vuole diminuire i costi della politica?

Indipendente da come la si pensa bisogna però schiarire un po' l'orizzonte perché il male peggiore del quale può soffrire una comunità è la mancanza di comunicazione all'interno della comunità stessa. Uno stato non esiste se le persone che lo formano non riescono ad interagire tra di loro all'interno di ragionamenti e azioni costruiti e attuati insieme.

Non su tutti i quotidiani si parla di quella norma che dovrebbe salvaguardare il salario dei poltronati, anzi a dire il vero sembra che questa faccenda stia passando un po' di nascosto, sia da parte del partito della carta stampata, sia da parte del partito delle sedie a semicerchio.
Ma perché? Se un provvedimento viene preso un motivo ci sarà pure, se una legge viene fatta ci deve essere un perché. Gli italiani, del Nord e del Sud, non hanno diritto di conoscere le motivazioni delle leggi che vengono di diritto e di dovere imposte loro?

Non è necessariamente detto che lo stipendio di un deputato o di un consigliere regionale sia troppo alto, "fare politica" cioè fare accordi per raggiungere soluzioni giuste, non è così semplice come può sembrare. A questo punto la domanda che bisogna porsi non è più se lo stipendio è alto, ma diventa "Sapete cosa fa un politico per portare a casa lo stipendio?", senza questa premessa è totalmente inutile giudicare l'adeguatezza o meno del salario.
Andiamo avanti nel ragionamento con un'altra domanda: "E' possibile sapere se il salario è adeguato?"; c'è chi direbbe che se lo stato va male il politico ne è responsabile, eppure sembra che la crisi abbia dimostrato totalmente il contrario, l'economia italiana sta in piedi perché esporta, se l'estero non compra più il governo - che governa l'Italia e non l'estero - non è che può farci molto.
Inoltre la visione che il cittadino comune ha sul mondo politico non è diretta e reale, è un sunto di quello che dicono i media, di quello che si legge on line e di quello che si dice nei bar. E questo porta alla prima domanda: "Sapete davvero cosa fa un politico?"

Adesso possiamo tornare al punto di partenza per chiudere il cerchio, la malattia più grossa che una società può avere è l'incapacità di chi ne fa parte di poter comunicare con gli altri. L'impressione è che questa malattia, sia cresciuta a dismisura in Italia, complice l'evoluzione della comunicazione virtuale; nessuno spiega in modo scolastico - elementare come siamo tutti noi, non accademico - il perché delle decisioni prese, a partire da quelle già esistenti e dietro le quali più o meno tutti si nascondono.
Inoltre non è del tutto sicuro che noi scolari siamo ben contenti di imparare, la stampa ci sbatte in faccia questa situazione tutti i giorni, vende di più un giornale che parla di tette e culi, anche autorevoli, piuttosto che uno che spiega cos'è l'indennità di carica o che spiega il sistema pensionistico italiano.
Questa è la mancanza di comunicazione. Gente che non ha voglia di spiegare ad altra gente che non ha voglia di capire.

Rotondi ha tremendamente ragione quando dice che i poltronati bisogna tenerseli buoni, sono loro che votano o meno la manovra economica.
Agli occhi di un operaio i 20 mila euro che più o meno percepisce un onorevole sono un furto ai danni dei cittadini comuni. Ma per Tremonti, che fermerà la crescita del debito italiano, sono briciole. E' questo che non viene spiegato alla gente, certi onorevoli ce li troviamo seduti li perché li sono riusciti ad arrivare, perché qualcuno li ha voluti e li ha votati. Fanno parte del parlamento e in quanto tali hanno circa un millesimo di voce in capitolo su quella che deve essere la manovra.
Certo che sarebbe più bello se tutti gli onorevoli prendessero mille euro al mese e riuscissero a creare il sistema di governo più efficiente del pianeta. Però non è così, in democrazia la gente viene votata e se qualcuno si siede in parlamento è perché ci sono migliaia di persone che lo hanno voluto.

Paolo

lunedì 20 giugno 2011

martedì 14 giugno 2011

NUCLEARE



Più che un passo in avanti, quello che si deve fare è un salto in lungo.
Tralasciamo per un attimo i quiz del referendum sull'acqua e sul legittimo impedimento, arriviamo direttamente al nucleare.

L'Italia ha deciso che l'energia nucleare qui da noi non si produce, bisogna usare altri metodi. In questi mesi gli scossoni inerenti al caro "atomo" sono stati notevoli: da Fukushima alla Merkel che rinuncia al nucleare (da segnarsi questa, poi ne riparliamo tra qualche anno).
Prima di vedere il bicchiere mezzo pieno, anche se non ci disseterà, facciamo qualche precisazione dovuta:
- Gli ambientalisti, quelli che si vestirebbero con le foglie di fico e invece preferiscono Prada, hanno in massa votato SI, cioè loro hanno urlato che non vogliono centrali di fianco a casa. E chi le vuole? Ma questi signori si rendono conto che 200 km per una scissione nucleare sono come la distanza che c'è tra me e il mio vicino di casa?
Sicuramente no, a questi signorotti piace usare il forno, piace la lavatrice (quelle a basso consumo certo!!), piacciono le macchine elettriche e non hanno nessuna intenzione di rinunciare nemmeno ad una goccia di energia, non importa se viene da una centrale nucleare a qualche chilometro dai piemontesi o da una a carbone della sicurissima Russia. L'importante è che l'energia in qualche modo venga prodotta e in qualche modo arrivi direttamente nelle nostre tasche, senza sforzi e senza rimorsi. Perché è bello criticare e gridare contro tutto ciò che non è eticamente corretto, soprattutto se non si è consapevoli di quale sia l'alternativa; basta chiedere alla gente di cosa parlavano precisamente i referendum e del perché sono stati creati. Provare per credere.

Detto questo passiamo al bicchiere mezzo pieno.
Le posizioni della Lega riguardo ai referendum sono state chiare, non si vota perché questi referendum, adesso che sono passati, saranno dannosi per l'Italia tutta. La questione più spinosa ovviamente è il nucleare, energia non del tutto pulita, non del tutto rinnovabile e non del tutto sicura.
Quello che rende questa sorgente così apprezzata è però la sua efficienza, sarebbe interessante vedere il rapporto energia prodotta/energia utilizzata per la produzione di una centrale nucleare e di una qualsiasi altra alternativa verde.
E' inutile creare fantasie: il fotovoltaico e l'eolico non bastano a far cuocere i nostri arrosti, senza contare tutte le altre caldaie sparse per tutto il pianeta, non si pensi che bruciare legna, carbone, rifiuti o qualsiasi altra cosa sia tanto meno dannoso di una centrale nucleare.
Eppure, io personalmente voglio credere che l'alternativa al nucleare esiste, ed è anche semplice: consumare meno energia.
Prima di tutto io non darei così per scontato che il nucleare sia l'energia del futuro, sebbene l'Italia adesso ne abbia un bisogno tremendo bisogna però affermare che una fonte energetica che "non si può spegnere" va contro tutto ciò che l'uomo ha imparato in millenni di storia. Di vulcani e di uragani ne abbiamo già abbastanza. E' un grosso errore pensare che spaccare un atomo ci renderà più evoluti, nonostante questo però per progredire la nostra società ha bisogno di quantitativi enormi di energia, il che vuol dire che se vogliamo davvero creare sorgenti di energia pulita bisogna irrimediabilmente far uso del nucleare. I nostri vicini di casa, meno frivoli e meno estrosi ma sicuramente più concreti l'hanno capito benissimo; che il nucleare sia brutto sono tutti d'accordo, ma sono anche tutti concordi che è un male necessario se si vuole creare davvero qualcosa di nuovo.
La Merkel oltre a questo ragionamento ne ha fatto anche un altro: dobbiamo usare meno energia, soprattutto adesso che l'energia non c'é (ironico vero?), eppure per noi questo discorso è validissimo, perché noi l'energia la compriamo (85%) e se vogliamo davvero essere alla pari sulla bilancia dobbiamo si produrne di più ma anche consumarne estremamente meno.
Sul referendum bisognava scriverci: siete pronti a tirar la cinghia sull'elettricità rinunciando a buona parte del vostro svago tornando a fare picnic sull'erba e dicendo addio a facebook e al pollo arrosto?

Paolo

martedì 24 maggio 2011



ELEZIONI SALSOMAGGIORE

IL NOSTRO CANDIDATO SINDACO - GIOVANNI CARANCINI

PROGRAMMA ELETTORALE

SITO INTERNET - LEGANORD SALSOMAGGIORE

martedì 17 maggio 2011

ELEZIONI 2011 //2


Sulla stampa si dirà che la destra ha perso.

Quando Berlusconi vantava la vittoria al primo turno a Milano probabilmente non ha tenuto conto della scaramanzia. Eppure quando un candidato si aggrappa al passato dell'avversario per "cattar su" voti, la poca esperienza che ho mi insegna che le carte da giocare sono sempre meno.
Il messaggio che è stato mandato ai cittadini non è stato chiaro, e le urne di Milano ne hanno risentito. Niente di più, niente di meno.
A Torino e a Bologna si sapeva che per il centro-destra sarebbe stata durissima.
A Napoli si è fatto un buon lavoro e il risultato è arrivato.
Per adesso, nelle città, abbiamo pareggiato - la Lega non è contenta di aver pareggiato perché, dopo tutti gli sforzi, voleva vincere.
Nelle province la Lega si è dimostrata forte e lo stesso vale per i restanti comuni, salvo le rare eccezioni.

L'affluenza alle urne è calata ancora. I politici, quelli di mestiere, durante la lotta per l'ultimo effimero voto si sono dimenticati del ruolo di chi deve amministrare il paese; così si regalano voti a Grillo e similari, facendo tutto l'opposto di quello di cui il popolo ha bisogno.

C'è bisogno di cambiare marcia, c'è bisogno di tirar fuori le palle perché la gente con le capacità giuste c'è, ma la gente giusta non si mette in gioco se deve prendere ordini dal vecchio politicante di turno. La Lega questo lo sa benissimo, la gavetta che si deve fare all'interno del movimento lo dimostra in modo chiaro, adesso però è ora di dare un taglio a qualche articoletto di giornale e di dare più spazio a quello che è importante davvero, è ora di non dimenticarsi dei risultati tra due giorni ma di capire davvero cosa bisogna fare e continuare il lavoro svolto fino ad oggi.

In provincia riusciamo a portare Salsomaggiore al ballottaggio, dopo anni di governo fallimentare di sinistra oggi abbiamo la possibilità di cambiare il volto del paese. Negli altri comuni la Lega avrà dei consiglieri per la prima volta, anche se non dalla parte della maggioranza.

domenica 17 aprile 2011

ELEZIONI 2011



Come ogni primavera si presentano le elezioni.
I comuni in cui si va al voto sono otto: Busseto, Sala Baganza, Borgotaro, Neviano, SanSecondo, Salsomaggiore, Fontanellato,Traversetolo. La Leganord si presenta in comuni dove non ha nessuna rappresentanza in consiglio comunale.
Anche se questa tornata non ci interessa personalmente sia pronti a dare manforte per fare un buon lavoro come è stato fatto a Soragna.
Man mano aggiorneremo le varie pagine di questo blog per tener sempre il passo con le varie campagne elettorali.

Gazzetta di Parma

venerdì 8 aprile 2011

LEGANORD E QUESTIONE IMMIGRATI


In Italia, a causa dei conflitti arcinoti del Nord Africa, stanno arrivando migliaia di nordafricani, per lo più tunisini.
Il nostro paese è il territorio più facile su cui sbarcare, sia per la distanza (l'isola di Lampedusa è più di la che di qua) sia per il nostro sistema "libertino" di gestione degli immigrati. L'Europa d'altro canto si rivela totalmente inutile e inefficace nel fronteggiare situazioni simili.
La Francia, nostra vicina di casa, ha deciso di prendere la cosa con un bel colpo di petto: - I clandestini teneteli voi - questo è il messaggio. Il motivo è molto semplice, l'immigrazione selvaggia non ha mai portato bene a nessun paese, sebbene possa sembrare quasi ridicolo - dato che ci siamo uniti - l'Europa non ha nessuna intenzione di aiutare l'Italia, a parte qualche articolo di giornale e qualche frase ben detta, per adesso gli altri paesi stanno a guardare. La Francia addirittura ha già preso posizione chiudendo le frontiere e andando contro quello che è il trattato di Schengen (più che altro questa è una presa di posizione perché in realtà fare una mossa del genere può risultare molto azzardato anche per Monsieur Sarkozy, Maroni questo lo ha già fatto intendere).

La Lega tuttavia viene contestata, soprattutto dai suoi, per la leggerezza dell'azione di governo, in queste righe si cercherà di spiegare cosa succede di preciso e cosa può fare, e cosa è stato fatto dalla Lega in questa situazione.

Innanzitutto bisogna spiegare bene la questione immigrazione: l'Europa non ci tiene a farsi invadere da musulmani affamati e incazzati, questo è un dato di fatto. Personalmente non si può darle nemmeno torto, loro vedono cosa succede a chi è invaso (come l'Italia) e soprattutto sanno quanto si può pagare cara l'integrazione - non bisogna dimenticare quanti arabi ci sono in Inghilterra o quanti turchi a Berlino.
Detto questo è scontato che ogni paese al di fuori dell'Italia cerca di lavarsi le mani facendo finta di niente o prendendo posizioni più o meno "ferme" come la Francia.
Tecnicamente (e si badi bene a questa parola) l'Europa - UNIONE EUROPEA - non può tralasciare questo fenomeno, dovrebbe dare aiuti all'Italia e intervenire direttamente per arginare la situazione. Sempre tecnicamente tutti i paesi hanno firmato un accordo - patto di Schengen - per regolamentare i flussi di persone all'interno dell'Europa (sul senso di questo trattato si potrebbe scrivere una bibbia intera di insulti), con la conseguenza che chi riceve pre primo gli immigrati non può sparare sui barconi, e gli stati confinanti non possono rifiutarsi di dare una mano.

In pratica però la Germania e la Francia cercano di fregarsene, avendo già una considerevole voce in capitolo sul settore economico, decidono, più liberamente di altri, che posizione prendere. La Lega, ovviamente, non ci sta.

Prima di tutto, il trattato di Schengen non può essere aggirato così facilmente. Ha ragione Maroni quando dice che Sarkozy sta parlando molto ma in mano ha poco; di fatto non si possono chiudere le frontiere così facilmente - sia per un punto di vista legale che da un punto di vista economico - inoltre non bisogna dimenticare il fatto che il paese bersagliato dagli immigrati è l'Italia: noi abbiamo il problema più grande, noi siamo costretti ad accogliere gli stranieri, per noi è ancora più difficile trovare un rimedio.

In questi giorni è stato approvato il provvedimento del permesso di soggiorno temporaneo (3 mesi), che permetterà agli stranieri di ricongiungersi con i famigliari sparsi per lo più in Europa centrale - ecco il perché delle lamentele tedesche e francesi.
Oggi - 8 aprile - entra in vigore un accordo con la Francia secondo la quale i due stati insieme alla Tunisia coordineranno i loro sforzi sul pattugliamento delle coste del Nord Africa.
Nei giorni scorsi si è firmato un trattato con la Tunisia per il ricevimento degli immigrati tunisini, in particolare con quelli aventi condanne da scontare.
Nei giorni successivi sono in corso incontri con il direttivo europeo e con gli stati membri per una gestione più cooperativa della situazione - i vari trattati umanitari e politici sono stati firmati da tutti gli stati, è ora che ognuno faccia la sua parte.

Naturalmente l'Italia risente maggiormente di questo fenomeno, e gli italiani sono molto arrabbiati, la Lega però, grazie a Maroni, sta cercando di fare tutto il possibile, rimanendo all'interno della legalità ovviamente - dagli altri partiti piovono insulti, ma basta leggere i commenti di alcuni esponenti per capire che altre soluzioni sono molto difficili da trovare.

Paolo

giovedì 31 marzo 2011

Leganord Soragna e tangenziale - Comunicato



di Bruno Colombi - Gazzetta di Parma

La nuova tangenziale - da strada per Busseto a località chiavica - continua ad essere oggetto di critiche e di preoccupazione da parte della popolazione locale. I tre incidenti gravi, di cui uno anche mortale, avvenuti negli ultimi mesi dimostrano che questo primo stralcio - che attraversa le tre strade Campetti, Bonatti e Cinque Vie - non presenta quei requisiti di sicurezza per gli automobilisti che con mezzi leggeri e pesanti la percorrono quotidianamente.
La segnaletica non manca, ma la pericolosità degli incroci - in particolare modo quello delle Cinque Vie - dimostra che qualcosa non ha funzionato a dovere.
Di questo malessere si è resa interprete la sezione di Soragna della Lega Nord.

"La Lega Nord Sezione di Soragna intende esprimere la propria preoccupazione in merito ai drammatici problemi di sicurezza del primo stralcio della tangenziale di Soragna. Infatti, dalla data d’inaugurazione, cinque mesi fa, sono già tre i gravi incidenti verificatisi, di cui uno mortale.
È evidente l’anomalia di questa tangenziale, che, a differenza di tutte le altre del territorio, presenta attraversamenti a raso che, pur rispettando il codice della strada, mal si adattano alle caratteristiche di traffico di un’arteria di tale importanza.
Tutti i sinistri si sono verificati con l’intersezione di Strada Cinque Vie; ci chiediamo pertanto come mai non sia stata prevista, in tale sede, una rotatoria, certamente più sicura dell’attuale attraversamento, e, se prevista, come mai non sia stata eseguita.
Chiediamo quindi alla Provincia, soggetto responsabile in fase di progettazione e di attuazione, di valutare tempestivamente quali siano le soluzioni per tale problema in modo da risolvere la situazione definitivamente, prima del verificarsi di ulteriori sinistri".

sabato 26 marzo 2011

Al consiglio col panino


Ancora una volta mi appoggio a Libero (bentornato Feltri) per fare una riflessione.
Il fatto: un gruppo di studenti, in visita ad alcuni consigli istituzionali del Veneto, raccontano di battaglie navali, barchette di carta, barzellette sporche ecc ecc..

Si potrebbe definire una cosa scandalosa, ma forse bisogna chiedersi dove sta lo scandalo e qual'è la realtà.

La realtà è che in un consiglio regionale un folto gruppo di persone è riunito per discutere e risolvere i problemi della propria regione. Interpellanze, mozioni, interrogazioni, delibere, proposte di legge ecc ecc.. sono tutti "atti" con i quali un consiglio si può esprimere, ma di fatto cosa succede nella sala di comando per eccellenza?
- Si parla uno per volta, e solo dopo il consenso del presidente.
- Si usano frasi fatte, formule già provate e adatte a qualsiasi evenienza: "Non concordo col cons. Tizio per quanto concerne la politica di affidamento del … " "Sono favorevole ad un confronto con le parti (??) … " " Noi del partito delle banane sosteniamo, ribadiamo, interroghiamo, confidiamo (??), riteniamo, auspichiamo (speriamo??) ….
- Si vota, si vota per qualsiasi cosa, anche per le dimensione delle fessure dei tombini di località Chiavica. E ogni votazione ha una prassi ben precisa, e ogni gruppo dice due parole sul perché ha votato si o no o x, e si discute sul fatto che Tizio auspicava sul voto di Caio, e si ragiona sul perché i tombini oltre ad avere fessure larghe perché sono verdi e non rosa…

Tornando al primo punto (parla uno solo), è comprensibile che una simile prassi rende un consiglio di qualsiasi tipo un evento noioso. Questo non giustifica le barchette di carta, però è comprensibile che chiunque, seduto su una sedia, mentre ascolta i suoi colleghi parlare ( IL 90% DI QUELLO CHE VIENE DETTO IN UN CONSIGLIO E' GIA' CONOSCIUTO, E' GIA' STATO COMUNICATO) per un'ora senza fiatare, magari si annoia e sbadiglia o cerca altri svaghi.

I metodi per "limare" tutto questo sistema esistono certamente, che bisogno c'è di chiudersi dentro una stanza per votare una legge che dopo un minuto verrà resa pubblica? E soprattutto che bisogno c'è di riunire venti o trenta persone quando si sa già che parleranno e risponderanno solo alcune? E' un po' da ipocriti pensare che "la forma" sia importante come la sostanza di quello che viene fatto nelle assemblee.

I ragazzi che hanno visitato i consigli ne sono rimasti delusi. Hanno ragione ma non se la devono prendere col politico di turno, è la prassi. I politici, soprattutto quelli di alcune aree politiche, vengono considerati degli aristocratici, e si sa, gli aristocratici tengono molto alle loro "forme", alle cravatte, alle belle parole, ai saluti cordiali ecc ecc… L'unica cosa che possono fare questi ragazzi è impegnarsi e provare a cambiare tutto questo, bisognerebbe però cominciare a parlare con i politici, tutti, e non come se fossero più bravi o più ladri di noi, ma come se fossero semplicemente uguali a noi, anche se questo può risultare difficile e soprattutto scomodo.

Paolo

sabato 19 marzo 2011

L'ITALIA



- UN DOVUTO RINGRAZIAMENTO A LIBERO-NEWS PER QUESTO ARTICOLO -

150° Italia, la casta dei politici ignoranti che riescono a vivere a loro insaputa....
Nichi Vendola ha votato per riaprire le vecchie scassate e insicure centrali nucleari di Trino Vercellese e Corso, ma l’ha fatto a sua insaputa. Lui, come decine di altri deputati di sinistra e di destra, non aveva nemmeno letto l’ordine del giorno sul nucleare che il 30 luglio 2004 fu votato alla Camera. Siccome il governo aveva detto di no, e il governo era guidato da Silvio Berlusconi, l’opposizione ha detto sì. Ed è diventata nuclearista a sua insaputa.

Accade spesso, ormai. Grazie al formidabile servizio de Le Iene abbiamo assistito a un altro evento unico e clamoroso. Da mesi le sorti dell’esecutivo e della legislatura erano appese alla necessità di avere comunque un governo in carica il 17 marzo 2011, perché Giorgio Napolitano così pretendeva per dare il via alle celebrazioni del 150° anno dell’unità di Italia. Per settimane maggioranza, opposizione e perfino forze sociali si sono accapigliate sulla introduzione della festività infrasettimanale, che naturalmente qualche problema ha causato alle imprese proprio in un anno in cui si sventolava la bandiera della produttività. Da giorni gran parte del parlamento, e quasi tutta la stampa, si è dedicata a linciare i distinguo leghisti, scandalizzandosi per chi il 17 marzo non desiderava festeggiare. E finalmente giovedì festa è stata. Un’overdose di festa, che ha inondato più di uno tsunami ogni città, ogni palazzo della politica, qualsiasi trasmissione televisiva, perfino l’apertura di ogni telegiornale, spazzando via appunto come un maremoto il dramma del Giappone, la crisi della Libia e ogni altra notizia. Bene, grazie alle Iene è stato evidente a tutti che il 17 marzo gran parte della classe politica italiana ha festeggiato a sua insaputa. Nel senso che non aveva la minima idea di cosa si dovesse festeggiare in quella data.

Per il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, il 17 marzo si sarebbe festeggiato l’inizio delle cinque giornate di Milano (che per altro iniziarono il 18 marzo, ma del 1848, quindi 163 anni fa). Per il vicepresidente della Camera dei deputati, Rosy Bindi, il 17 marzo è stato scelto perché è la data in cui Roma divenne capitale (accadde nel 1871, e quindi sarebbero 140 anni). Per Fabio Mussi, amico del cuore di Massimo D’Alema, non c’è un motivo per cui si festeggi il 17 marzo: «non lo so… è una data…». Per Carlo Barbaro, finiano di ferro, ultranazionalista «cosa accadde il 17 marzo di 150 anni fa? Di preciso non glielo so dire… La breccia di Porta Pia non credo.. O forse sì, proprio la breccia di Porta Pia». Un intellettuale di sinistra come l’ex presidente delle Acli, Luigi Bobba, è sembrato sgomento di fronte alla domanda:«Il 17 marzo? Non me lo ricordo. Il primo re di Italia? Sì, Umberto I». Da gran democristiano prova a cavarsela l’ex deputato dell’Udc, Vincenzo Alaimo: «Il 17 marzo? Non lo ricordo, però per averlo scelto vuole dire che è successo qualcosa di importante». L’intervistatrice prova a confonderlo con la risposta che in tanti danno: «La Breccia di Porta Pia? Ma quella è stata nel Novecento… L’anno preciso? Dunque nel ’46 c’è stata la Liberazione… forse nel ’45, nel ’44…».

Naufragio totale. Risponde da perfetto peone Franco Cardiello, Pdl: «Il 17 marzo? Non è successo nulla. Evidentemente quella della data è una scelta condivisa». Come dire: a noi peones le decisioni passano sempre sulla testa. Si vede che la sinistra voleva festeggiare il 19, la destra voleva festeggiare il 15 e alla fine hanno condiviso la scelta del 17. Non solo fine storico, ma anche gran matematico Vincenzo D’Anna, deputato che è andato a infoltire le fila dei Reponsabili: «Si festeggia l’Unità di Italia, che è stata realizzata nel 1860, quando è stata liberata Roma con l’impresa di Porta Pia. Come? Sono passati 151 anni dal 1860? No, perché il 1860 non si conta. Si inizia a contare dall’anno successivo». Nel suo gruppo parlamentare neonato deve esserci confusione. Perché anche il collega “responsabile” Vincenzo Taddei sostiene che sono passati 150 anni da quel 17 marzo 1860 in cui si fece l’unità. E chi la fece? «Vittorio Emanuele III».

L’elenco di castronerie potrebbe continuare a lungo, e in più di un deputato si arricchisce della certezza su Garibaldi: «fu soprannominato eroe dei due mondi perché fu eroe per il Regno delle due Sicilie e per il resto di Italia». Il servizio integrale è disponibile sul sito internet dNiudiare la storia politica del suo paese è il minimo che si dovrebbe chiedere: non hanno molto altro da conoscere. Ma che nessuno si sia chiesto perché darsi botte da orbi fra pro e contro quella festa del 17 marzo, è davvero lo specchio più genuino di cosa sia oggi la classe politica italiana. Senza bisogno di prendere fra le mani un libro di storia, il perché di quella festa è scritto nel decreto legge del governo che la istituisce. Testo che viene esaminato in commissione, perfino emendato, votato dall’aula dei due rami del Parlamento senza che nessuno naturalmente si sia curato di leggerne una riga. Così come sul nucleare tutti ancora una volta votano e voteranno a loro insaputa. Ormai è diventato questo lo slogan della attività politica. E si comprende perché dopo essere stato lapidato per avere ammesso che qualcuno gli pagò la casa a Roma a sua insaputa il povero Claudio Scajola ora pretenda una rapida riabilitazione. Ne ha pieno diritto, in fondo è solo uno dei tanti eletti insaputelli…

di Franco Bechis

giovedì 17 marzo 2011

UNITA'


Oggi si festeggia il 150° dell'unità d'Italia.

MA QUAL'E' IL MOTIVO DELLA FESTA?

E' da qui che partiamo per esaminare il significato della giornata di oggi.
Tralasciamo per un attimo le feste di ieri sera, le manifestazioni pacchiane di oggi e tutti quei discorsi pieni di volatilità che sicuramente verrano fatti. Tralasciamo per un attimo anche le differenze di cultura comunque vastissime e che sicuramente incidono nel modo di fare "stato".
Guardiamo invece perché queste celebrazioni sono considerate degne di una festa. Si da per scontato che l'unione delle due Italie sia stata una cosa indubbiamente giusta, come se l'evento abbia scaturito una sorta di effetto generalmente positivo e utile a chiunque faccia parte della nuova nazione.

Ma cosa vuol dire veramente "unire un paese"?
Unire significa prendere più di un oggetto e metterlo insieme ad altri per formare qualcosa di unico.
Nel nostro caso, l'unione ha come scopo principale quello di creare un'unica nazione, all'interno della quale tutti gli abitanti hanno uguali diritti ed uguali poteri, uguali limitazioni e uguali possibilità.
Ed ecco quello che dovrebbe essere il risultato finale: UNA NAZIONE DOVE BENESSERE, ECONOMIA E DIRITTI SOCIALI SONO UGUALI IN QUALSIASI PUNTO CI SI TROVA.

Arriviamo ai festeggiamenti, si presuppone che questa unione sia andata a buon fine (altrimenti perché fare festa), si presuppone quindi che da Bolzano a Agrigento ogni persona abbia lo stesso trattamento e lo stesso rispetto verso la nazione che lo ospita.
La diatriba nasce proprio da questo presupposto. Nessuno nega che l'Italia sia unita, quello che si mette in discussione è se effettivamente tutti i cittadini sono "cittadini" allo stesso modo.

E qui arriviamo alla fatidica domanda. Siamo tutti Italiani allo stesso modo? L'unione di più territori in unica nazione è andata a buon fine?

Sarebbe giusto che ogni persona facesse una piccola indagine fuori e dentro il proprio orticello, con lo scopo di dare una risposta sincera alla domanda - MI SENTO ITALIANO COME TUTTI GLI ALTRI?

Paolo

sabato 12 marzo 2011

SBANCAEUROPA




Ringrazio Maurizio Terenziani per questo documento (arrivato via e-mail)

NON ESISTE L’EUROPA ESISTE BANCAEUROPA
L’Europa....... è una banca e le banche negli ultimi anni le abbiamo conosciute bene. Amicizie, sprechi, ingiustizie, tutto torna. Non si spendono i fondi Europei, è un bene o è un male? Quando si spende, si deve avere un ritorno o l’importante è spendere

Da REPORT RAI tre:
“il saldo netto dell’Italia è di 46 miliardi, ne versiamo 70 e l’Europa ce ne ridà 116 che vanno investiti in agricol- tura , ricerca e sviluppo”.
Com’è il meccanismo del saldo netto?
“ Il meccanismo del saldo netto è che si fanno delle regole sulla politica agricola, in base a queste regole tutti gli agricoltori che hanno dei beni mucche, piante di olivo hanno diritto ad avere contributi. Si contano le mucche e le piante di olivo e lo Stato a diritto a contributi europei. Questo è indipendente dal reddito del paese, nè pro capite, nè generale. Con questo sistema la Francia che è ricca in agricoltura riceve di più, dicia- mo che ha più capitale e ha più credito. (l’esempio delle mucche va visto come beni che lo stato può dare in pegno). La Grecia è fallita e vende due isole per essere andata in bAnCA EuROPA in maniera incontrollata , anzi non sapevano chi ci andasse.
I fondi strutturali sono l’altro grande capitolo di spesa Europeo.
Dovrebbero andare agli stati meno sviluppati per portarli a livello degli altri ma come si spendono? Il 2,5 % viene investito in progetti per aumentare l’efficienza energetica e fonti rinnovabili.
Molti fondi vengono spesi per progetti inutili:
1 milione e 200 mila euro per formare aspiranti vallette televisive a napoli
72 milioni di euro spesi per campagne antifumo ma contemporaneamente 293 milioni sono sta- ti spesi per sussidi ai coltivatori di tabacco.
100.000 euro per lo sviluppo del tango Finlandese 54.000 euro per un hostess bar in Spagna.
La regione del Lunenburg in Germania ha ricevuto 500 milioni. È una delle regioni più ricche d’Europa
L’unione Europea ha sussidiato un progetto per promuovere le patate Greche in Svezia. Allo stesso tempo i produttori Svedesi ricevevano fondi per promuovere le loro patate in Euro- pa, compresa la Grecia.
Ce n’è per tutti.

- “BANCAEUROPA” da 1 milione e 200 mila euro per formare aspi- ranti vallette televisive a Napoli -
Chi li restituisce questi soldi? È importante anticipare che chi ha firmato questa spesa inutile la restituisca. Qualunque apparato statale abbia avallato questo sperpero ne risponda. E questo anche senza federalismo fiscale. BANCAEUROPA ha elargito denaro in maniera avventata è giusto che diventi un credito inesigibile. O dobbiamo accollarci tutte le porcate che vengono in mente a ladri in camicia bianca e quando non avremo più un euro in tasca vendiamo le nostre case o un’isola come è stato chiesto alla Grecia?
Credito avventato, cara “BANCAEUROPA”, il credito inesigibile te lo bevi tu in attesa del federalismo fiscale, che ha difesa delle persone corrette se lo berranno le regioni che lo hanno fatto.
- Il credito di “BANCAEUROPA” ai nostri agricoltori -
Qualsiasi credito fatto ai nostri agricoltori è un cappio al collo inesorabile.
Con l’ingresso dell’Ungheria il latte costerà 20 centesimi contro i 36 cent del nostro latte. Chi ha un debito fallirà e a questo punto il credito concesso si rivarrà sulle mucche e sugli Olivi del povero agricoltore? Chi ne diventa proprietario “BANCAEUROPA” o la banca locale che da il culo a BANCAEUROPA?
- “BANCAEUROPA” -
Il Caso delle patate greche e del tabacco. L’unione Europea ha sussidiato un progetto per promuovere le patate Greche in Svezia. Allo stesso tempo i
produttori Svedesi ricevevano fondi per promuovere le loro patate in Europa compresa la Grecia.
72 milioni di Euro spesi per campagne antifumo ma contemporaneamente 293 milioni sono stati spesi per sussidi ai coltivatori di tabacco.
Pura follia, gli psichiatri dovrebbero intervenire dichiarare inabili a qualsiasi attività economico governativa tutti i firmatari di questi interventi.
E se analizzassimo l’operato di questi signori, ce ne sarebbero tante che di sensato non hanno niente. L’unica cosa che darebbe un senso a queste iniziative è lo stipendio e il posto che questi signori occupano e dei van- taggi sottobanco che ricevono: 170 000 persone lavorano per le istituzioni Europee
Possono guadagnare sino ha 17000 euro al mese. I figli di alcuni funzionari sono andati a passare la settimana bianca col contributo di 53.000 euro. Spesa classi- ficata sotto la voce “interventi sociali”. A questo punto è chiaro che fanno le “moine”, -Chi è sotto al ponte vada sopra al ponte, chi è sopra al ponte vada sotto- al ponte, facciamo vedere che lavoriamo tanto? ma a chi interessa che ciò avvenga? Il quesito è: L’Europa ha agito con un progetto a grandi vedute o ha fatto “MOINE”. La cosa è preoccupante solo per il fatto che ciò sia stato permesso dagli stati membri in quanto i soldi sperperati diventano debito per lo stato che li ha ricevuti. E questo è allarmante. BANCAEUROPA diventerà proprietaria di tutto?

Se io vado al mercato con la mia mucca, il prezzo al kilo lo faccio io o lo fa il macellaio che deve comprare la carne?
Si puo pensare che valore delle mie cose lo decido in base ai costi che ho sostenuto , ai costi del territorio per energia tasse e spese di produzione, la cosa sembra stupida ma non è così, il prezzo dei prodotti agricoli lo fa chi compra , poi se muori di fame di daranno un sussidio.
Perchè non facciamo cosi anche al supermercato? O quando compriamo un auto. Il prezzo lo facciamo noi poi gli diamo un sussidio***** e gli diciamo che sono degli straccioni.
E qui lo scontro sociale entra nel vivo, il contadino ma anche il piccolo imprenditore e l’artigiano non potranno mai aver un reddito garantito, mentre chi vive sulle loro spalle si può permettere di sperperare quanto vuole, per ripianare i debiti, pagherà meno i prodotti che acquista e se avrà il potere di tassare
*********ma il sussidio è un prestito che restituirà lo stato italiano a bAnCAEuROPA!!!!!
TUTTI finaziamenti Europei li dobbiamo restituire, la banca è così se no non funziona niente, l’importante è fare credere alla gente che guarda la tv che i soldi piovano dal cielo, ma questo non è mai successo da nessuna o parte del mondo.*
Per concludere:
le isole greche che devono essere vendute per onorare il debito a chi vanno in proprietà?

sabato 26 febbraio 2011

NORD AFRICA




Partiamo con un messaggio di Dussin, vice-capo dei deputati legisti: " Temiamo che dietro la speranza di molti cittadini del nord Africa vi sia che sogna l'affermarsi di nuovi regimi a carattere teocratico". E ancora " Le rivoluzioni in atto sono un terremoto geo-politico per l'Europa, per l'Italia gli effetti sono ancora più devastanti perché siamo i più esposti agli esodi di massa, l'Europa si deve svegliare"….

Come sempre facciamo un po' di scuola: in breve, da qualche mese in Tunisia, Algeria, Marocco e Egitto sono in corso crisi e scontri tra comuni cittadini e forze dell'ordine statali. Il motivo è presto detto, in questi paesi la gente è scesa in piazza a protestare perché i prezzi delle materie prime sono cresciuti a dismisura e la gente non sa più di cosa vivere (come da noi secoli fa insomma), inoltre le notizie sui rapporti politici e sociali uscite da wikileaks non hanno fatto altro che incediare ancora di più gli animi delle persone.
Bisogna anche aggiungere che questi paesi sono sotto dittatura. Sulle carte esistono parlamenti, ministri ecc ecc… Di fatto il governo è costituito interamente da "famiglie fortemente gerarchiche" che esercitano un controllo tutt'altro che liberale sui propri territori.
Con una situazione di questo tipo era solo questione di tempo ma prima o poi il popolo si sarebbe ribellato, ora però nascono i dubbi per noi che siamo i primi vicini. Va ricordato infatti che molte persone sono scese in piazza per fare la guerra (e per morire nella speranza di cambiare la propria terra), molte altre però hanno paura e scappano… in Europa.

Le domande che bisogna porsi sono ben precise:
- Li possiamo accogliere? Il nostro sistema, moderno e industriale, può accogliere milioni di persone che non hanno capacità tecniche precise e che non si sa se siano disposte ad impararle? (diamo per scontato che non vengano qui per farsi mantenere)
- Siamo sicuri che con l'esodo di massa la situazione si risolva? Il pericolo tutt'altro che campato per aria è che l'Islam prenda il sopravvento su quei pochi rimasti, il che vuol dire la nascita di qualcosa di peggio di una dittatura da parte di un Gheddafi. Far breccia su un popolo che scappa è molto più facile che farlo su un popolo unito che ha davvero voglia di rimboccarsi le maniche.

E qui, volente o meno, l'Europa gioca un ruolo fondamentale.
Come dice Dussin, il pericolo di regimi teocratici è veramente vicino, l'Europa ha il dovere di alzare la voce ( l'Europa occupa la metà del bacino del Mediterraneo, e ne ha totalmente il diritto); ha il dovere di mettere subito in riga i nuovi arrivati; ha il dovere di dare un esempio di modernità e di civiltà.

Ovviamente, e purtroppo, l'UE è sempre un po' "lenta" a prendere decisioni ferme e sicure, la paura di dover dare ragione a chi ha sempre dato contro alla tolleranza a tutti i costi e alle porte aperte per tutti è grande, i burocrati perdono già abbastanza voti standosene dietro le scrivania, se danno ragione a noi arriverebbero a non avere nemmeno le sedie su cui sedersi.

Paolo

venerdì 11 febbraio 2011

Multicultura o diversità??



Un interessantissimo articolo tratto da West-info.

Un breve e brutale riassunto: In Europa il multiculturalismo non funziona come i suoi promotori vorrebbero, e noi ci rimettiamo.

Prima un po' di scuola: secondo Wikipedia una società multiculturale è tale se in essa si trovano più culture in grado di vivere in simbiosi, senza che la prevalenza di una certa comunità arrivi a interferire o peggio a schiacciare le altre.
Per la Treccani il multiculturalismo è "riconoscimento e rispetto dell'identità linguistica, religiosa e culturale di una comunità".
In soldoni, il multiculturalismo è la convivenza di più culture all'interno di una stessa società, non è detto che le culture sono per forza divise per lingua o religione, in un analisi di questo tipo anche gay e etero, grassi e magri, bianchi o neri fanno parte di una comunità riuscendo comunque a interagire sia all'interno che all'esterno di essa.
Secondo gli studiosi (anche quelli che non studiano però lo possono imparare), si è andato ben oltre il concetto di diverse culture all'interno della società. In realtà accettare questo multiculturalismo come opportunità di crescita ha dato il via all'effetto diametralmente opposto; una voglia estrema di multicultura ha accentuato la crescita di comunità grandi e autosufficienti che si guardano bene dall'integrarsi tra di loro.
La parola "ghettizzazione" tanto cara ai ben parlanti, è il risultato di questo approccio tutt'altro che cauto a quella che viene definita globalizzazione. Culture estremamente diverse tra loro, ed estremamente insicure per via della basi poco solide in quel determinato territorio, sono entrate in collisione quasi forzata, o comunque auspicata, con la conseguenza naturale di un raggruppamento tra chi condivide le stesso modo di vivere, e una lontananza, quasi una diffidenza, con quelli che hanno diversi usi e costumi.

Le enciclopedie spiegano bene la prassi che si è seguita in questo disastro sociale. Sempre la Treccani dice che considerare un gruppo come un soggetto sociale equivale a creare un insieme di persone che si differenzia dagli altri per qualche motivo.
Rientriamo nella scuola, cos'è un soggetto sociale? Un soggetto sociale è un gruppo di persone che condividono qualcosa insieme, l'essere gay, l'essere neri o il parlare dialetto parmigiano. Questi soggetti vengono usati da chi studia per capire e prevedere/aiutare la vita di un determinato gruppo di persone. Qualche riga fa facevo riferimento alla poca cautela che è stata usata in Europa riguardo alla globalizzazione, per essere precisi: chi ha deciso il modo in cui l'Europa si doveva e si deve mescolare con il resto del mondo non ha semplicemente guardato i vari soggetti sociali per tutelarli, è andato oltre, ha messo le priorità di tali soggetti davanti alle priorità dell'Europa stessa.
Questo concetto significa che si è proceduto al contrario. Invece di creare una sorta di "modello europeo" con regole e leggi che tutelassero ogni singolo cittadino; è stata data un po' di tutela ad ogni soggetto sociale (leggasi in questo caso etnia) anche se un tipo di tutela cozzava irrimediabilmente con un'altro.
- Per questo motivo un italiano deve sparare in modo indolore al maiale per fare il culatello mentre il marocchino può sgozzare una capra viva per venderla come capra pura.
- Per questo motivo il figlio di Marta e Francesco, a scuola, paga, studia ma non finsce i programmi, mentre il figlio di Omar e Sinaa può permettersi di non imparare, non pagare e farsi pure far da mangiare quello che vuole.
- Per questo motivo Ajeje Brazov guida il camion senza patente e con il sangue infiammabile mentre Riccardo che ormai è diventato grande, prende la multa perché ha sorpassato una bicicletta con riga continua in via strada dei fossi.

Più di una volta la macellazione araba ha suscitato clamore (in Italia) perché nonostante sia una pratica da medioevo c'era chi sosteneva che andavano assecondate le esigenze di un popolo. Questo è un esempio lampante di come un soggetto sociale (gli arabi) ottengono un trattamento che "scavalca" quelle che sono le normative europee.

Al di là della morale bella o brutta che sia, questa è una conseguenza della legge troppo politica del "colpo al cerchio e colpo alla botte". Chi di dovere ha preferito assecondare un po' tutti, adeguando i livelli di vita europei a quelli arabi o slavi, raccogliendo nuovi consensi (anche solo se temporanei) e facendo perdere un po' tutti.

Paolo

martedì 8 febbraio 2011

SINTESI DEL FEDERALISMO FISCALE

A seguito del Consiglio dei Ministri di Giovedì 03 Febbraio, è stato approvato definitivamente il quarto decreto attuativo della legge delega 42/2009: il decreto sul federalismo municipale.
A seguito della dichiarazione di "irricevibilità" da parte del Presidente Napolitano, ai sensi del comma 3 e 4 dell'Art. 2 della L.42/09 che recintano:
3. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, del Ministro per le riforme per il federalismo, del Ministro per la semplificazione normativa, del Ministro per i rapporti con le regioni e del Ministro per le politiche europee, di concerto con il Ministro dell'interno, con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e con gli altri Ministri volta a volta competenti nelle materie oggetto di tali decreti. Gli schemi di decreto legislativo, previa intesa da sancire in sede di Conferenza unificata ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono trasmessi alle Camere, ciascuno corredato di relazione tecnica che evidenzi gli effetti delle disposizioni recate dal medesimo schema di decreto sul saldo netto da finanziare, sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e sul fabbisogno del settore pubblico, perché su di essi sia espresso il parere della Commissione di cui all'articolo 3 e delle Commissioni parlamentari competenti per le conseguenze di carattere finanziario, entro sessanta giorni dalla trasmissione. In mancanza di intesa nel termine di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, il Consiglio dei ministri delibera, approvando una relazione che è trasmessa alle Camere. Nella relazione sono indicate le specifiche motivazioni per cui l'intesa non è stata raggiunta.
4. Decorso il termine per l'espressione dei pareri di cui al comma 3, i decreti possono essere comunque adottati. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni e rende comunicazioni davanti a ciascuna Camera. Decorsi trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, i decreti possono comunque essere adottati in via definitiva dal Governo. Il Governo, qualora, anche a seguito dell'espressione dei pareri parlamentari, non intenda conformarsi all'intesa raggiunta in Conferenza unificata, trasmette alle Camere e alla stessa Conferenza unificata una relazione nella quale sono indicate le specifiche motivazioni di difformità dall'intesa.
il Ministro Calderoli effettuerà, nei prossimi giorni, la prevista Comunicazione alle Camere e così il Decreto sul federalismo Municipale sarà definitivamente vigente.
Per quanto riguarda le compartecipazioni, oltre a quelle già comprovate da tempo relative al 30% dei proventi di tributi immobiliari (bollo, registro, ipotecaria, catastale e tasse speciali) e quella relativa alla cedolare secca, fissata al 21,7% nel 2011 e al 21,6% nel 2012, viene adottata anche la compartecipazione all’Iva. La novità introdotta negli ultimi giorni dovrebbe garantire il medesimo gettito atteso da quella sull’Irpef ( stimato nell’ordine dei 2,8 miliardi di euro) e sarà un apposito e successivo decreto del Presidente del consiglio a fissare l’aliquota da adottarsi.
Di estrema rilevanza anche le novità in materia di immobili, laddove i proprietari degli stessi ad uso abitativo, invece di essere tassati in base all'Irpef progressiva, avranno la facoltà di optare per un imposta sostitutiva proporzionale (cedolare secca), ovvero versando il 21% se la forma di contratto è di tipo “libero” o il 19% se l'affitto è a prezzi di mercato. L'effetto principale atteso è quello relativo alla lotta agli affitti in "nro", attraverso l'emersione, il maggior gettito rimarra ai Comuni. Non solo, ma viene anche previsto il blocco per l’intera durata dell’affitto dell’adeguamento automatico del canone, anche quello relativo all’aggiornamento Istat per l’inflazione.
La nuova IMU sarà a valere sulle seconde case, non ritornerà l'ICI sulla prima casa (il Centro sinistra con emendamenti in Bicamerale ne aveva richiesto la reintroduzione), potrà essere pagata in due rate, non si applicherà a fabbricati di enti no profit e, su indicazione del singolo comune, ridotta per particolari tipologie di immobili
Importante anche la questione relativa alla lotta all'evasione fiscale, giacché il decreto stabilisce come il 50% dei
tributi recuperati verrà dato ai comuni e, allo stesso tempo, come le sanzioni per chi non abbia dichiarato le abitazioni fantasma verranno quadriplicate. Il 75% di tali ammende andranno ai comuni.
Il decreto fissa inoltre al 7,6 per mille l’aliquota per l’Imu, imposta municipale sul possesso a valere sulle seconde case e sugli immobili strumentali all'esercizio dell'impresa. Entrerà in vigore nel 2014, e prevede esenzioni per gli enti di culto o i non profit.
Sempre dal 2014, verrà istituita anche l'Imu secondaria che sostituirà alcuni dei principali tributi ora utilizzati negli enti locali, come la Tosap, la tassa sulle affissioni, il canone per l'installazione di cartelloni pubblicitari.
Non meno importante l’imposta di soggiorno, variabile fino ad un massimo di 5 euro per ogni notte trascorsa in una struttura ricettiva dei comuni e delle località turistiche; parte degli introiti incassati, sentite le associazioni di categoria in fase di stesura dell’apposito regolamento, sarà utilizzabile per interventi in materia turistica, anche a sostegno delle strutture ricettive stesse.
In tema di addizionale Irpef, i comuni, dal 2011, potranno ritoccare l’aliquota, sempre che non si superi l’aliquota dello 0,4%, Comuni come Padova hanno già lo 0,8% e quindi non potranno vessare ancor più i contribuenti aumentando l'aliquota stessa.
Per quanto riguarda la perequazione, è previsto come fino al 2013 un fondo di riequilibrio dovrà allineare gli squilibri territoriali e come questo, dal 2014, verrà sostituito da un fondo  perequativo vero e proprio,  finanziato dai tributi immobiliari , ed articolato in due sezioni. Di queste, una sarà quella dedicata alle funzioni fondamentali da finanziare integralmente a costi e fabbisogni standard, mentre la seconda per le funzioni non fondamentali.
Il  nuovo fisco locale che esce dal testo approvato dal CDM può essere velocemente sintetizzato nei macro punto sintetizzati qui di seguito nella tabella.
 
Analisi dei principali punti del Decreto Legislativo sul Federalismo Municipale
 
Cedolare secca
Resta la possibilità di scelta da parte del contribuente tra la disciplina vigente e la cedolare secca, per la quale viene introdotta la doppia aliquota del 19% per contratti a canone concordato e 21% a canone libero.
Sospensione dell’aggiornamento del canone per chi optasse per il regime della cedolare, anche se prevista nel contratto.
La quota di gettito del tributo devoluta ai Comuni delle Regioni a statuto ordinario è pari al 21,7 per cento per l’anno 2011 e al 21,6 per cento a decorrere dall’anno 2012.
 
Addizionale Irpef
Potrà essere aumentata nei comuni che applicavano, fino ad oggi, un’aliquota inferiore allo 0,4%; allo stesso tempo, chi invece non ne aveva ancora previsto l’utilizzo, potrà farlo, ma fino ad un tetto massimo dello 0,4%, con un aumento massimo annuo fino allo 0,2%.
Due mesi dopo l’entrata in vigore del decreto i sindaci potranno sbloccare l’addizionale: non solo, ma i sindaci, infatti, potranno iniziare a deliberare i ritocchi anche in mancanza dello specifico decreto.
 
Imposta di scopo
L’addizionale dello 0,5 per mille sulla base imponibile Ici può essere applicata per la realizzazione di diverse tipologie di opere, la sua durata massima è estesa a dieci anni, e il gettito derivante potrà finanziare il 100% dell’opera.
Il tutto dovrà essere disciplinato da apposito regolamento da emanarsi entro 60 giorni e, nel caso in cui l’opera non venga completata, il gettito acquisto dovrà essere restituito ai contribuenti.
 
IMU sul possesso
In vigore dal 2014, presupposto d’imposta immobili diversi dalla prima abitazione ed aliquota allo 0,76%. Nel caso in cui l’immobile sia locato, il valore è fissato allo 0,38%. L’imposta sostituisce l’ICI e assorbe anche l’Irpef sui redditi fondiari.
A discrezione del comune un aumento / riduzione dello 0,3%, o 0,2% qualora l’immobile sia locato.
 
Imposta soggiorno
Fino ad un massimo di 5 a notte, vale per i comuni capoluogo,le località turistiche e le unioni di comuni a favore delle politiche di conservazione dei beni o di servizi pubblici locali. I criteri con i quali l’imposta verrà gestita saranno fissati da apposito regolamento.
 
IMU secondaria
La nuova imposta, ora da adottarsi con delibera del Consiglio Comunale e non più, come in una prima versione, con referendum tra i cittadini, entra in vigore nel 2014 e accorpa diversi tributi locali ora utilizzati, quali Tosap, Cosap, imposta comunale sulla pubblicità.
 
Compartecipazione IVA
E’ la novità introdotta negli ultimi giorni di analisi del decreto. L’assegnazione di una quota dell’Iva, infatti, in misura equivalente al 2% del gettito Irpef non rappresenterà un ulteriore aggravio per i contribuenti. L’assegnazione avverrà in base al gettito Iva per provincia e tenendo conto degli abitanti per ciascun comune, ma solo alla prima applicazione.